domenica 16 ottobre 2016

Step 03 - I codici del colore

I colori possono essere individuati con codici differenti a seconda dell'ambito in cui essi vengono utilizzati. Nel tempo, per catalogare e quindi poterne semplificare la ricerca, sono nate diverse codifiche e diversi cataloghi.
Partiamo dalla codifica esadecimale (HEX): la notazione esadecimale è composta da tre coppie di numeri in base 16 (tale numerazione è così composta: 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, A, B, C, D, E, F - dove 0 è pari a 0 e F è pari a 15). Il valore più basso per ciascuna coppia è 00 mentre quello più alto è FF. Come detto, un valore esadecimale è composto da tre valori corrispondenti (da sinistra verso destra) alle quantità di rosso, verde e blu. Per fare un esempio il codice #000000 corrisponderà al nero mentre #FFFFFF al bianco. Per il colore camoscio il codice è #F0DC82.
Il modello RGB prevede l'indicazione delle quantità di tre colori base (red, green, blue), specificando per ognuno un valore compreso tra 0 e 255. Secondo questa codifica ogni immagine è scomponibile in tre colori base. Miscelando in varie proporzioni questi colori è possibile ottenere tutto lo spettro dei colori che l'occhio umano può percepire. In questo caso, il colore preso in esame è codificabile come segue: (240; 220; 130).
Il modello CMYK si basa su quattro colori (Cyan, Magenta, Yellow and black). La "K" della sigla sta ad indicare la piastra chiave ("key plate", in inglese) che i sistemi di stampa che utilizzano questo modello usano per allineare le piastre degli altri tre colori. E' un metodo a sintesi sottrattiva, i colori si ottengono sottraendo luminosità dai quattro colori primari. I colori che si possono ottenere sono soltanto un sottinsieme della gamma cromatica visibile. Per in camoscio si ha: (0; 8; 46; 6).
Il modello HSV (Hue Saturation Brightness) permette di definire dei colori attraverso la tonalità, la saturazione e la luminosità. Questo sistema ha il vantaggio di idenificare un certo colore con l'utilizzo di soli tre fattori numerici. Ha trovato applicazione in quasi tutti gli ambiti grafici ed informatici, ad esempio nei software di fotoritocco dove è possibile modificare l'immagine agendo sui tre parametri sopra citati. Il camoscio è identificabile in questo modo: (49°; 46%; 94%).
Oltre a questi modelli, utilizzati nell'informatica, sono stati creati altri cataloghi che trovano uso nell'industria delle vernici e dell'edilizia (mattoni, stucco). Naturalmente in questi cataloghi non si trovano tutti i colori presenti nello spettro visibile, ma soltanto una parte di essi; scelta dettata da ragioni di tipo economico.
Uno dei cataloghi più famosi è quello stilato dall'azienda statunitense Pantone. E' un sistema messo a punto negli anni cinquanta per classificare i colori e renderli nel sistema di stampa a quadricromia CMYK con un semplice codice. Questi codici, con le relative tinte, sono inseriti in un catalogo chiamato "mazzetta". I colori disponibili con il sistema Pantone sono 1144 e vengono chiamati Pantone Matching System. Il camoscio, caratterizzato da parametri RGB (240; 220; 130), non è presente nel catalogo Pantone. Si trova però un colore molto simile, il Pantone 127, che ha come codice RGB (243; 221; 109).
Nel catalogo  dell'azienda statunitense Benjamin moore, produttrice di vernici,  si trovano tre diverse gradazioni di camoscio caratterizzate da tre codici: 1108, 969, OC-13.
Nella "RAL color chart" il camoscio non è presente. Il colore più simile, paragonando il codice di identificazione RGB, è l' avorio chiaro ovvero il RAL 1015.
La Dulux, anch'essa produttrice di vernici, ha nel suo catalogo una tonalità particolare di camoscio, il "soft chamois".
La Brick Company, produttrice di mattoni, propone nel catalogo la colorazione Tumbleweed Velour
che è quella che si avvicina di più al camoscio.
 


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